Qualche giorno fa ho pubblicato sul mio canale telegram un articolo sul vino biologico e biodinamico.
L’argomento è sempre attuale e, in tutta onestà, mi interessa particolarmente. Oltre ad una passione per il buon vino nutro grande passione anche per il mercato del vino italiano.
In questo post non troverete particolari elementi legati al mondo giuridico ma una semplice analisi delle tendenze del settore.
Due sono gli elementi che sembrano segnare con sempre maggiore forza il mercato: salubrità e tutela dell’ambiente.
Il vino biologico
Oggi il vino biologico rappresenta il 2,8% della produzione globale. Parliamo, in Italia, di 103/106 mila ettari coltivati secondo metodi e regole ufficiali riconosciute e codificate, pari a circa il 17% di tutte le colture di vite. In alcune zone si raggiungono percentuali ben più alte: nel distretto del Chianti, ad esempio, la superficie coltivata con metodo biologico è pari al 30 per cento con circa 50 realtà che producono integralmente vino bio.
Generale andamento positivo del bio
Parliamo di una tendenza che, tra alti e bassi, dimostra un generale andamento positivo. Occorre, infatti, considerare che stando ad uno studio effettuato dalla no profit Wine Market Council, nel 2015 i Millennials (per la no profit, coloro nati tra il 1980 e il 2000) hanno bevuto il 42% di tutto il vino sdoganato e prodotto negli Stati Uniti, più di ogni altro gruppo di età, con una media di tre bicchieri a testa per ogni occasione di consumo. Parliamo di 79 milioni di persone che hanno bevuto circa 159,6 milioni di casse di vino. Il dato è leggermente sceso nel 2017 ma parliamo, in ogni caso, di un segmento che, stando al report di Business Wire, ha maturato uno spiccato senso per tutto ciò che risulti essere sostenibile e naturale.

Il vino biodinamico
Oltre al vino biologico però, c’è di più. Sempre maggiore diffusione assume anche il concetto di vino biodinamico.
Pur non trovando ancora uno specifico riconoscimento legislativo – che, invece, ha il vino biologico – l’agricoltura biodinamica trova le proprie regole nei dettami dell’associazione Demeter. Scopo del biodinamico è allontanare completamente la chimica e ridurre al minimo l’uso di macchinari nelle attività agricole. Si tratta, in sostanza, di un’agricoltura basata sul pieno rispetto dell’andamento naturale delle colture e sull’utilizzo di risorse nel rispetto dell’ambiente.
I tre principi dell’agricoltura biodinamica sono:
- mantenere la fertilità della terra, liberando in essa materie nutritive;
- rendere sane le piante in modo che possano resistere alle malattie e ai parassiti;
- produrre alimenti di qualità più alta possibile.
Le differenze tra agricoltura biologica e biodinamica sono diverse. Si comincia dall’agricoltura effettuata senza alcun agente chimico (neppure il rame che, ad esempio, è consentito con il metodo bio) e si arriva in cantina dove nulla viene aggiunto al mosto (neppure i lieviti selezionati).
Conclusioni
La generale tendenza legate al vino biologico e biodinamico parla chiaro. Non mancano bandi e finanziamenti volti ad aiutare le imprese agricole ad attuare la conversione al metodo BIO. A mancare, invece, è una specifica disciplina del metodo biodinamico. In attesa di novità su questo fronte, però, occorre sempre fare particolare attenzione alla comunicazione del prodotto e delle sue caratteristiche.
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