Aggiornamenti

L’inflazione cambia la spesa degli italiani? L’indagine ISMEA

Come ho più volte ribadito in questa newsletter, sono fortemente convinto che una delle attività essenziali per professionisti e imprenditori del settore agroalimentare sia quella di horizon scanning. Si tratta di un esercizio quotidiano finalizzato non solo a rintracciare, possibilmente con anticipo, l’evoluzione normativa nelle aree di interesse ma anche a intercettare i trend.

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E’ proprio di questo che voglio parlare oggi.

Le abitudini di spesa degli italiani stanno cambiando a causa dell’inflazione e l’ultimo report ISMEA lo testimonia. Ecco i dati che ritengo maggiormente interessanti.

La percezione degli italiani

Il 60% degli italiani ritiene di avere una cognizione realistica della situazione che viviamo e prevede una crescita dell’inflazione nei prossimi tre mesi tra il 3 e il 10%. Principalmente le ragioni del fenomeno vengono attribuite al conflitto in Ucraina e solo parzialmente al COVID.

Particolarmente temuto è l’aumento dei prezzi dei prodotti di prima necessità (per il 94%) e di quelli delle marche acquistate di frequente (54%). Il 52% teme persino una diminuzione dei prodotti a scaffale.

A cosa rinunciare?

Un italiano su cinque è disposto a rinunciare ai viaggi, il 16% alle spese di vestiario, il 12% ai consumi fuori casa e all’intrattenimento. Il 58% degli intervistati prevede anche di rinunciare al punto vendita abituale in favore di punti vendita o insegne con maggiori sconti. Curioso il dato sui possibili nuovi luoghi di acquisto: per il 57% il discount, per il 35% i mercati rionali.

Quali sono i driver di scelta?

La risposta varia a seconda dei prodotti. La marca resta importante per prodotti come pasta, surgelati, passate e latte mentre per carne, frutta, verdura, uova, olio EVO la dirimente resta l’origine. Sempre più presente è la variante “sostenibilità”, specie nell’acquisto di uova, pane fresco, carne bianca e carne rossa. Non mancano, infine, i prodotti “intoccabili”, quelli che verranno acquistati ugualmente: pane, latte, olio EVO, uova, frutta fresca.

Conclusioni

Proprio ieri ho avuto la fortuna di parlare e confrontarmi con un professionista esperto di un settore vicino al mio. Il tema? Come rendere le imprese maggiormente resilienti. I cambiamenti che stiamo vivendo, come è possibile evincere da questa ricerca, sono epocali e comporteranno, con tutta probabilità, anche conseguenze nel medio e lungo termine. Questo è il momento del cambiamento, in termini di comunicazione, qualità e sostenibilità, anche sfruttando fondi e finanziamenti disponibili.

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