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Efficienza idrica in agricoltura, audit della Corte dei Conti UE

L’efficienza idrica in agricoltura rientra tra gli attuali obiettivi strategici della PAC e nelle proposte per la PAC dopo il 2020. Tuttavia, secondo una recente relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente il 24% delle estrazioni idriche nell’UE è riconducibile all’agricoltura.

PAC e utilizzo delle acque in chiave sostenibile

Non sempre le politiche agricole sono in linea con la politica UE in materia di acque; lo ha rilevato la Corte dei Conti Europea mediante un apposito audit. Si è proceduto a esaminare in che misura la direttiva quadro in materia di acque e la PAC promuovano l’uso sostenibile delle acque in agricoltura.

“I fondi della PAC promuovono più verosimilmente un maggiore utilizzo dell’acqua, anziché una maggiore efficienza” si legge nella relazione speciale della Corte.

L’audit, espletato dall’aprile al dicembre 2020, ha avuto riguardo al periodo di programmazione della PAC 2014-2020. La Corte ha consultato autorità e stakeholders nei settori idrico e agricolo ed effettuato esami documentali per undici Stati membri e regioni, tra cui l’Emilia – Romagna.

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Raccomandazioni della Corte per l’efficienza idrica in agricoltura

La Corte, alla luce dei risultati dello studio effettuato, rivolge alla Commissione tre raccomandazioni.

  • Chiedere agli Stati membri di giustificare i livelli di tariffazione dell’acqua a fini agricoli e le esenzioni dall’obbligo di autorizzazione all’estrazione idrica, spiegando come siano giunti alla conclusione che tali esenzioni non producono un impatto significativo sullo stato dei corpi idrici.

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Nel 2000, l’UE ha introdotto la direttiva quadro sulle acque con l’intento di conseguire un “buono” stato di tutti i corpi idrici entro il 2015. In caso di giustificate esenzioni si è fissato il target al più tardi al 2027.

Dal 2009 gli Stati membri hanno compiuto progressi nel predisporre sistemi di autorizzazione preventiva per le estrazioni e di individuazione di utilizzo illegale dell’acqua. Molti di essi hanno messo a punto meccanismi di tariffazione in grado di incentivare un utilizzo efficiente delle acque. Ciò nonostante, gli Stati esaminati, comprese regioni soggette a stress idrico, concedono agli agricoltori numerose esenzioni dall’autorizzazione per le estrazioni idriche.

  • Subordinare l’erogazione dei pagamenti della PAC all’attuazione di politiche che incentivino l’utilizzo sostenibile delle acque anche mediante la condizionalità.

Il 71% della dotazione finanziaria della PAC è destinata ai pagamenti diretti, in molti casi soggetti a un insieme di norme noto come condizionalità. I beneficiari della PAC possono andare incontro a una riduzione della sovvenzione annuale in caso di inosservanza di norme ambientali, di sicurezza alimentare e sulle buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA).

Pochi regimi della PAC però subordinano l’erogazione dei pagamenti al rispetto di rigorosi requisiti in materia di utilizzo idrico sostenibile. La condizionalità coprirebbe le estrazioni idriche illegali, ma i controlli sono poco frequenti e le sanzioni lievi.

Si raccomandano inoltre misure di salvaguardia volte a impedire l’utilizzo non sostenibile dell’acqua per colture beneficiarie del sostegno accoppiato facoltativo (SAF). Mediante tale strumento, infatti, l’UE sostiene spesso colture che richiedono grandi quantitativi di acqua, quali riso e prodotti ortofrutticoli, in zone soggette a stress idrico.

  • Utilizzare i fondi dell’UE per migliorare lo stato quantitativo dei corpi idrici, accertandosi, al momento dell’approvazione dei piani strategici della PAC presentati dagli Stati membri, che questi applichino le norme della PAC per il periodo successivo al 2020, per fare in modo che i progetti di irrigazione finanziati concorrano al conseguimento degli obiettivi della direttiva quadro in materia di acque.

Articolo scritto in collaborazione con la Dott.ssa Valeria Paladino

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